Oltre le colline - Recensione

Alina e Vaichita sono due donne cresciute nello stesso orfanotrofio, e ora si amano, ma Vaichita ha scelto la strada del convento. Un bel giorno si presenta Alina per portarla via con sé, ma il suo amore sarà scambiato dalla comunità religiosa per un maleficio, con nefaste conseguenze. Cristian Mungiu, regia Palma d’oro per il capolavoro “4 mesi, 3 settimane e 2 giorni “ (qui recensione) prende ispirazione e storia da un fatto di cronaca del 2005, ambientandola nel microcosmo di un convento ortodosso, desolato e desolante, della Moldavia.
La forza del film sta nel fermo sguardo oggettivo del regista nel rappresentare un episodio di fanatismo religioso, in cui l’amore è schiacciato dalle convenzioni e il buon senso sopraffatto dalle regole. Un impianto stilistico robusto che attraverso intense interpretazioni dà vita a un dramma universale, il cui vigore è però stemperato da qualche lungaggine. L’autore continua il suo personale percorso, verso un cinema esistenziale che è anche specchio della vita, con una sensibilità e fermezza che meritano comunque plauso e visione. VOTO 7+

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