Salvatore Giuliano - Capolavoro
Film del 1961 diretto da Francesco Rosi, regista sottovalutato, e meritatamente premiato lo scorso 31 agosto alla Mostra del cinema di Venezia, col Leone d’oro alla carriera. “Salvatore Giuliano” non è la storia del famoso bandito, ma la Storia della Sicilia del dopoguerra, flagellata da criminalità, corruzione, ignoranza e movimenti indipendentisti. Ambientato nei veri luoghi della vicenda, il film lascia ai margini Giuliano, partendo dalla sua morte (5 luglio 1950) per poi muoversi tra più punti di vista, e sovrapposte linee temporali, nel periodo 1943-1960. La complessa narrazione richiede quindi molta attenzione, lo spettatore deve avere un ruolo attivo nell’indagine, facile, altrimenti, perdersi tra tanti nomi, luoghi e situazioni.
Una partitura in bianco e nero di altissimo livello, un realismo quasi documentaristico, elegante ma ineccepibile, e una sintesi degna del miglior giornalismo, che disegna pagine potenti, come la strage di Portella della Ginestra (1° maggio 1947). Nella parte finale, del processo di Viterbo (1951), Rosi, svela anche un connivente sistema politico e istituzionale, di cui lo stesso Giuliano era pedina e vittima. Un’opera fondamentale, di memoria storica, su un periodo quasi dimenticato, che per contenuti, struttura, cura tecnica e rigore formale, risulta ancora attuale, anzi, moderna.
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