Magic Mike - Recensione

Magic Mike (Channing Tatum) fa lo stripper nel Club di proprietà di Dallas (Matthew McConaughey), conosce il giovane Adam (Alex Pettyfer) a cui insegna il mestiere, ma soldi, droga e donne complicheranno tutto.  Bando ai pregiudizi. E’ vero, un film sugli spogliarellisti, già a priori gode di poco credito, e i momenti kitsch e s-cult non mancano, ma è pur sempre diretto dal regista premio Oscar/Palma d’oro, Steven Soderbergh, le cui opere non lasciano mai indifferenti. Il suo è uno sguardo privo di moralismi, valorizzato da una fotografia livida e da una camera eclettica, capace di catturare, con la stessa empatia, i corpi scultorei che si vendono e gli sguardi disperati, sullo sfondo di un’America in crisi economica.
Una prevedibile storia mainstream, ma con qualcosa da dire. Sorprende sia per il godibile mix dramma-commedia-impegno, che per l’apprezzabile riflessione su essere/apparire, che costringe Mike a mettersi giacca e cravatta per essere credibile, denudarsi per vivere e ad affermare “Io non sono il mio stile di vita”. Quanti oggi sono costretti a spogliarsi della propria anima, per fare ciò che non si è? Tanti, purtroppo. Voto 6+

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