Reality - Recensione
Luciano, pescivendolo ingenuo di Napoli, vive di espedienti, e per accontentare i figli, fa il provino per partecipare al Grande Fratello. Riuscirà a dare una svolta alla propria vita? Vincitore del Grand Prix della giuria all'ultima edizione del Festival di Cannes, un film immerso nei colori saturi di uno sfarzo cafone, che parte con note fiabesche, per diventare ben presto una commedia degli orrori. Garrone adotta uno stile virtuoso e diretto, depurato da inutili estetismi, che fa sue le lezioni del Neorealismo, con una macchina da presa che sta addosso ai protagonisti e alle loro facce buffe. Volti che spesso diventano maschere grottesche, smaniose di riscatto, ma ingabbiate in una personale visione di realtà che diventa ossessione e paranoia.
Vero e falso si mischiano, generando mostri, specchio di una società imbruttita, in cui la finta realtà prevale su quella vera, alterandola. Un’opera in perenne ed incerto equilibrio, tra commedia e denuncia, più interessante che coinvolgente, con una regia attenta, che però osa poco, e che vorremmo trasmettesse ancora il coraggio di “Gomorra” e la passione de “L’imbalsamatore”. VOTO 6/7
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