Il corriere - Recensione

Earl Stone (Clint Eastwood) è un reduce del Vietnam che vive solo e abbandonato da ex moglie e figlia. Stringenti esigenze economiche lo portano a improvvisarsi corriere, per quella che poi scoprirà essere droga. Sulle sue tracce c’è però un agente della DEA (Bradley Cooper). Una situazione estrema che lo costringerà anche a far i conti con se stesso e con la sua famiglia. Sono passati già 10 anni dall’ultima prova attoriale di Clint Eastwood con la sua regia! A 89 anni, il regista sbaraglia ogni luogo comune e discriminazione sulla terza età, dimostrando ancora un piglio creativo da invidiare. Grazie a un personaggio sfaccettato, Eastwood ci racconta ancora la centralità della famiglia nella società, e con sottile sarcasmo manifesta tutta la sua avversione verso internet e le nuove tecnologie. Altro tema importante: i perversi meccanismi lavorativi ed economici che stritolano gli affetti. Il tempo non si può comprare, siamo però noi a definirne la qualità. A una leggenda vivente si perdona tutto, pure qualche schematismo e déjà vu, perché anche in quei casi portano con sé l’esperienza di un artista unico nel panorama cinematografico mondiale. VOTO 6,5

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