Il libro della vita - Recensione



Sin da piccoli, Manolo e Joaquin si contendono il cuore della bella Maria, nel paese messicano di San Angel. Durante la festa del Giorno dei Morti, La Muerte e Xibalba, spiriti a capo della Terra dei Ricordati e dei Dimenticati, scommettono su quale pretendente la spunterà. Da grandi, il duello fisico e verbale continua, ma Maria dovrà fare una scelta, e la storia d’amore diverrà una questione di vita o di morte… Film d’animazione in computer grafica del 2014 prodotto da Guillermo del Toro, che dona alla pellicola una visione fantastica e un buon livello tecnico. L’opera si fa notare anche per il ritmo indiavolato e per il character design dei dinoccolati protagonisti, riuscendo pure a inserire importanti messaggi ecologisti (contro le corride…) e una riflessione sull’unicità della vita di ogni singolo essere umano.

Tra gag demenziali stile Dreamworks, alcune canzoni mielose simil-Disney, suggestioni dark burtoniane e personaggi dai lineamenti manga, ne esce un ibrido, certo visivamente ricco, ma che fatica a trovare una propria personalità, e  purtroppo, un suo pubblico di riferimento. Un’operazione che avrebbe meritato più coraggio, non solo nell’estetica sontuosa dei dettagli, ma anche nei contenuti, evitando di rincorrere gli elementi di attrattiva che vanno per la maggiore nel genere. Pur riuscito a metà, mi sento di suggerirlo, per la genuina grinta e la gioia fanciullesca che esprime in ogni inquadratura. VOTO 6+

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