Still life - Recensione


John May (Eddie Marsan), è un solitario impiegato comunale col compito di dare una degna sepoltura alle persone decedute, che nella vita erano rimaste sole e senza affetti. John cerca di rintracciare parenti e amici dei defunti, finché un giorno, purtroppo, viene licenziato, ma decide comunque di portare a termine il suo ultimo incarico. Bravo Eddie Marsan, attore inglese, qui al suo primo ruolo da protagonista, che con una mimica controllata ma efficace, riesce a trasmettere tutta la solitudine e l'umana pietà del suo personaggio.
Il regista Uberto Pasolini, più noto come produttore (Full Monty), realizza un opera delicata e sensibile, che ha il pregio di stupire per la sua algida leggerezza e coinvolgere per la genuina poetica. Solitudine, malinconia, morte, questi i temi principali, supportati da una messa in scena minimale e metodica, come il suo protagonista. Still life, è un piccolo film, che se si esclude qualche ingenuità, fa riflettere sul valore dell'esistere, e spesso ha la forza dei ricordi, quelli più semplici e veri. Da non perdere. VOTO 7+

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