Her-Lei - Recensione

Theodore Twombly (Joaquin Phoenix), vive in una Los Angeles futura (ma non troppo), e per campare, scrive lettere d’amore, per chi non sa più farlo... Solo e infelice, per il divorzio dalla moglie Catherine (Rooney Mara), acquista un nuovo sistema operativo; un’intelligenza artificiale talmente evoluta, che al primo upgrade, assume il nome di Samantha (in inglese, voce di Scarlett Johansson) e diventa onnipresente nella sua vita, tanto che Theodore se ne innamora! Ma si sa, la tecnologia muta in fretta… Il film è stato candidato a 5 Oscar, vincendo la statuetta per la miglior sceneggiatura originale.
L’opera è diretta dal regista di culto Spike Jonze (Essere John Malkovich, Il ladro di orchidee), e analizza il ruolo della tecnologia nelle nostre vite sottolineandone l’invadenza, tanto da influenzare, in modo negativo, sentimenti e rapporti umani. Si capisce subito che la visione del regista è nostalgica (vedi pantaloni vintage), e che predilige un passato più ingenuo, ma di certo più poetico e genuino. Attraverso un’estetica algida e con sensibilità, Jonze scatta la foto amara di un’umanità che soffre di solitudine e insicurezza, prigioniera di un mondo virtuale che, purtroppo, ha sostituito quello reale. Attualissimo! VOTO 7,5

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