Venere in pelliccia - Recensione
Film tratto dalla piéce di David Ives, che a sua volta trae origine dall’omonimo romanzo erotico del 1870 scritto da Leopold von Sacher-Masoch, nome da cui nacque il sostantivo masochismo…Storia: Thomas (Mathieu Amalric) autore teatrale, dopo una giornata infruttuosa di casting, si vede “costretto” a vagliare il provino di Vanda (Emmanuelle Seigner), donna all’apparenza sciocca e volgare, ma che in realtà possiede tutte le qualità per interpretare la protagonista. Come nel precedente “Carnage” (qui recensione), Roman Polanski, causa i noti motivi giudiziari, ripiega su un cinema d’interno, con l’azione rinchiusa in un unico spazio, prima la casa ora un teatro. Se da un lato, questa scelta obbligata, limita i virtuosismi di regia, dall’altro lo stimola ad affinare gli altri strumenti della settima arte.
In primis, la sceneggiatura, con trame fitte di dialoghi serrati, intelligenti, e pungenti per stuzzicare lo spettatore, cui si aggiunge un uso evocativo del sonoro. Ne esce un impeccabile e ritmato gioco di specchi sulle frustrazioni della natura umana. Ambiguo e teso confronto tra i sessi, in cui il ruolo di potere passa spesso di mano, e un ritratto del maschio moderno, che più che essere dominato dalla donna, è sempre più schiavo del suo pene. VOTO 7+
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