Il passato - Recensione

A due anni dai trionfi di “Una separazione” (qui recensione), suo capolavoro, il regista iraniano Asghar Farhadi torna con questo film, che per tematiche e struttura narrativa, sembra un ideale seguito del precedente. Ahmad (Ali Mosaffa), arriva a Parigi dall’Iran, per firmare il divorzio all’ex moglie Marie (Bérénice Bejo), che vive con due figlie avute da un altro matrimonio, e col nuovo compagno Samir (Tahar Rahim) e il suo bambino. Un microcosmo carico di tensioni emotive, al cui centro c’è Lucie, figlia maggiore, che forse nasconde un segreto… Farhadi conferma la cifra stilista del suo cinema, costruito su una messa in scena precisa e rigorosa, in cui i sentimenti trovano il loro climax nei conflitti relazionali, non solo familiari.
Tutti i personaggi diventano protagonisti, e a torto o ragione, causa/effetto di drammi che li costringono a fare i conti con la propria coscienza. Dialoghi densi e acuti, trama complessa che si svela poco per volta, punti di vista e ragioni che si confondono. Il risultato è una poetica forse meno simbolica, e con una suspense meno incisiva della scorsa opera, ma comunque capace di emozionare e coinvolgere. Farhadi ci congeda regalandoci uno struggente finale, e una domanda pesante: se il passato è passato, perché non si può dimenticare? VOTO 7,5

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