To Rome with love - Recensione
Quattro storie, tanti personaggi, poche idee. Woody ci mette il mestiere, ma la passione latita, in quest’opera, diretta da un regista in vacanza. Si, è vero, seppur bonario, qualche stanco luogo comune c’è, e non mancano nemmeno le vecchie immagini da cartolina, ma c’erano anche in “Midnight in Paris” (qui recensione), eppure quello era un bel film. Il vero problema è un altro: manca l’ispirazione. Allen è il re della commedia sofisticata americana, fatta di citazioni colte e umorismo ebraico, mentre questo film sembra una vecchia commedia all’italiana, costruita su esili situazioni e stanche gag. A risentirne, anche i personaggi, spesso sciatte macchiette; se Judy Davis, Jesse Eisenberg ed Ellen Page, sono sprecati, per una volta Benigni non fa Benigni, ma la “normalità” del suo personaggio, ne tiene a bada il consueto istrionismo. Da Allen, fan storico di Fellini, ci si aspettava quella magia, che il regista di Rimini ricreava per la città eterna, o quantomeno la sontuosità di “Manhattan”, ma qui mancano entrambe. Che delusione. VOTO 5
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