Il curioso caso di Benjamin Button - Recensione
Mai fu così labile il confine tra arte e commercio, tra capolavoro e ruffianata: evidente la volontà del regista, con il consueto e maniacale rigore formale, di realizzare il primo, quanto palese l’impegno di produzione/sceneggiatura nel costruire la seconda. A favore della prima tesi c’è l’ambizioso tentativo di Fincher di creare una malinconica favola sul tempo e la memoria, ma anche una delicata riflessione su vita e morte, supportato da un intenso Brad Pitt, una brava Blanchett, e una mirabile tecnica, che grazie alla perfezione del make-up e agli innovativi effetti speciali, regala preziosi momenti di magia cinematografica. Ad avvalorare la seconda tesi, lo sceneggiatore Eric Roth, che adatta il racconto inserendo troppi riferimenti dal suo script più famoso, Forrest Gump, impressionante il numero di similitudini: il candido protagonista, la sua inconsapevole presenza in importanti momenti della Storia USA (meglio se guerre), l’amore impossibile per un artista (di là cantante qui ballerina), la mamma che dispensa lo stesso consiglio “Non sai mai quello che ti capita” (ma non spunta la scatola di cioccolatini) e il destino che volteggia su tutto (di là la piuma, qui un colibrì)! Uno dei pochi film che mantiene quello che promette nel titolo: trattasi veramente di caso curioso. VOTO 6+
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