Dumbo - Recensione
Florida, 1919. Siamo alla fine del primo conflitto
mondiale. Il capitano Holt (Colin Farrell) torna dai suoi due figli e alla vita
circense offerta da Max Medici (Danny DeVito). I due scoprono un elefante che
sa volare, ma un ricco imprenditore (Michael Keaton) vuole impossessarsene. Ennesimo
remake live action di mamma Disney, ma ne seguiranno molti altri…Il film è un
racconto fiabesco che sublima l’innocenza dello sguardo, dove anche le bolle di
sapone possono diventare elefanti. Il potere dell’immaginazione permette di
rifugiarsi in un mondo 'altro'. Ancora una volta Tim Burton rende espressiva la
nostalgia e la solitudine. I temi permangono. Gli esiti, invece, sono meno certi.
L’universo burtoniano collassa in quello disneyano con esiti sconfortanti.
Insieme all’elefantino vola alta anche la noia. L’ottimo set design e
l’evocativa soundtrack del fidato Danny Elfman non bastano a risollevare una
sceneggiatura che macina schemi e banalità. Lo script, inoltre, soffre di una blanda
definizione dei personaggi che spreca bravi attori. L’ennesima sfilata di
freaks, con variazione animale sul tema del Diverso, questa volta sfocia in una
fuga. Burton rimarca l’impossibilità di comunicare col “Normale”, e forse anche
col suo pubblico. Nel finale prevale il pessimismo che aveva caratterizzato la
prima parte della filmografia del regista che, spiace dirlo, rimarrà la
migliore. VOTO 5
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