La forma dell'acqua - Recensione


Baltimora, 1962. Elisa (Sally Hawkins) è una ragazza muta che fa le pulizie in un laboratorio governativo dove viene portata una misteriosa creatura. I due si piacciono, ma i loro sogni d’amore dovranno vedersela col più concreto american-dream del cattivo di turno (Michael Shannon). Ancora una volta Guillermo Del Toro colloca una favola in un contesto storico, questa volta in piena Guerra Fredda, con americani e russi che si contendono primati tecnologici e si spiano. Il film ha vinto il Leone d’oro a Venezia, ed è candidato a ben 13 Oscar. L’unica nomination che forse lascia perplessi, è quella della sceneggiatura….visto che la storia non brilla per originalità e verosimiglianza. Il plot basico si avvale, inoltre, della più facile scorciatoia: la voce narrante, ideale collante per pezzi che mancano. Questo continuo rincorrere archetipi narrativi abusati, che annullano lo stupore, mi ha purtroppo impedito d’instaurare un patto di fiducia con l’autore. Non si è mai perfezionato quel tacito accordo tra cineasta e spettatore che prende il nome di sospensione dell’incredulità.

Scena da ricordare: i due protagonisti suggellano l’idillio dando una forma all’acqua, chiudendola in una stanza. Quella stessa acqua diviene linfa per i sognatori del cinema Orpheum, ideale asilo per l’artista cinefilo Del Toro. Un’opera magistralmente girata, interpretata, fotografata e musicata, ma soprattutto un invito a salvare la propria idea di cinema, per diffondere la cultura della Settima Arte. Un concept meraviglioso che, paradossalmente, non ha trovato la giusta forma…testuale. Un film elegante, delicato, qualcuno direbbe innocuo. VOTO 7


TRAILER



Scheda tecnica
titolo originale
The Shape of Water
genere
fantastico, sentimentale, avventura, drammatico
anno
2017
nazionalità
Stati Uniti d'America
cast
Sally Hawkins, Michael Shannon, Richard Jenkins, Octavia Spencer
regia
Guillermo del Toro
durata
119'
sceneggiatura
Guillermo del Toro, Vanessa Taylor

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