La regola del gioco - Capolavoro

All’aeroporto de Le Bourget, atterra il pilota Jurieu che ha appena stabilito il record di traversata dell’Atlantico in 23 ore, ad attenderlo stampa, ammiratori e l’amico Octave (Jean Renoir), ma non l’amata Christine; per riconquistarla, Jurieu si fa invitare alla festa nella villa del nobile La Chesnaye, marito dell’amata! Film francese in b\n del 1939, diretto da Jean Renoir, figlio dell’omonimo e noto pittore. Opera costruita su dialoghi dalla grazia infinita, che mette in scena il trionfo della finzione mondana, con la tragica complicità tra servi e padroni. Renoir si conferma maestro della cinepresa, giocando con i registri narrativi e mixando commedia, farsa e dramma, ma anche sfruttando le potenzialità del piano sequenza, della profondità di campo, e di spazio, con improvvise panoramiche.
Due i momenti fondamentali: la sequenza della caccia, ripresa da molteplici angolature quasi fosse un documentario, con le povere bestie che fuggono verso i loro indifferenti carnefici, riassume il senso tragico del film. La scena della festa, più ironica, in cui saltano tutte le regole, tra una miriade di dettagli (fantasmi, scheletri e automi musicali), simmetrie comiche e oggetti simbolici, riflessi su specchi obliqui, tutto rigorosamente con suono in presa diretta, un vero tour de force visivo. Diretto e ambientato in piena decadenza pre-guerra mondiale; non a caso, nella simbolica sequenza finale, a rientrare in casa e nei ranghi non sono più degli essere umani, ma solo le loro ombre… Capolavoro fondamentale, talmente ricco da richiedere più visioni. Da cineteca.

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