Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato
Dopo dieci anni, il regista Peter Jackson ci riporta nella Terra di Mezzo, con la trasposizione cinematografica del libro che è l’ideale prequel del più famoso, e avvincente, “Il Signore degli Anelli”. La domanda, però, sorge spontanea: come ricavare una nuova trilogia da un libro che ha 1/4 delle pagine del suo predecessore? Facile: pescando a piene mani dalle appendici scritte da Tolkien, integrando la narrazione con elementi di continuity, vedi il flash forward con Frodo, o l’incontro a Gran Burrone con Elrond, Galadriel e Saruman, o aggiungendo personaggi tralasciati nella precedente opera, come il naturalista Radagast. Una decisione creativa o commerciale? Aspettiamo gli altri due episodi per giudicare. Per ora possiamo dire che dopo un avvio macchinoso e prolisso, con l’entrata in scena dei 13 nani, il film prende quota, e nella seconda parte ritrova quel respiro epico, degno del miglior fantasy.
Tra immaginifiche scenografie digitali e scenari mozzafiato, l’esperienza visiva è garantita, anche se purtroppo l’evoluzione si limita alla parte tecnica, mentre in ottica narrazione/regia abbondano i déjà vu, e nulla di nuovo mai si palesa. Un ritorno riuscito a metà, che al primo capitolo, conferma irripetibili, i fasti del 2001-2004, rispetto ai quali manca magia e latita la passione. Speriamo, anche questa volta, la corsa sia in crescendo, per ora, chi si accontenta…gode. VOTO 7
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