Io e te - Recensione
Dopo quasi 10 anni da “The dreamers”, Bertolucci ritorna al cinema con un film tratto dall’omonimo libro di Niccolò Ammaniti. Lo fa tenendo a battesimo due attori giovanissimi, Tea Falco e l’esordiente Jacopo Olmo Antinori. I loro personaggi sono figli dello stesso padre, ma di madri diverse, entrambi sono soli e bisognosi d’affetto, e di aiuto. Lei ha problemi di droga, lui è introverso e non sa socializzare. Le circostanze li obbligano a una convivenza forzata, nello spazio claustrofobico di una cantina, facendogli scoprire di aver bisogno l’uno dell’altra.
Una sceneggiatura, scritta a otto mani (!), attenta negli snodi narrativi, ma debole nel creare un coerente percorso emotivo/esistenziale, che aderisca alla messa in scena, risultando spesso irrisolta. A compensazione, l’acerba e spontanea irruenza dei due protagonisti e la maestria di Bertolucci, che riesce a dar forma, e soprattutto poesia, a immagini eleganti. Un piccolo film, quasi un esercizio di stile per il grande regista, che nonostante gli anni passino, e la salute latiti, dimostra ancora di aver energia e classe, da vendere. VOTO 7
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