Magnifica presenza - Recensione

Pietro (Elio Germano), pasticciere gay e aspirante attore, affitta un appartamento a Roma, scoprirà essere già “occupato” da presenze invadenti, ma la ricchezza delle rispettive diversità, li porterà ad un tacito e reciproco sostegno. Un film che abbonda in temi e difetti: sbanda sui tempi (tecnici e comici), vedi l’episodio del malore in autobus, con sciatto ralenti e forzati equivoci, accumula personaggi inutili (le bariste, il vicino di casa, il dottore), troppi generi (commedia, thriller, denuncia), e trovate sconclusionate (l’album di figurine). Come se non bastasse, spreca il ricco cast di contorno (Buy, Puccini, Fiorello), con ruoli marginali e poco incisivi, da cui si salva solo Anna Proclemer. Un Ozpetek in “libera uscita”, che ha il coraggio e l’ambizione di cercare nuove strade, nelle quali però si perde; la buona direzione d’interpreti e la sensibilità nel disegnare situazioni e personaggi, qui non bastano, anche se rimangono, purtroppo, qualità ancora rare, nell’attuale, e involgarito cine-panorama italiano. Un pasticcio poco digeribile, con troppi ingredienti, a cui manca il più importante: l’emozione. VOTO 5.5

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