The Iron Lady - Recensione
La sopravvalutata regista Phyllida Lloyd, che aveva già diretto la Streep in “Mamma mia!” gioca al biopic, con conseguenze nefaste. Per raccontare un personaggio così spigoloso e poco amabile, si opta per il racconto in soggettiva, ma la scelta della Thatcher che ricorda la Thatcher, si rivela ben presto più furba che ragionata; se da un lato enfatizza la drammaturgia, dall’altro ammorbidisce l’aspetto storico/politico, e banalizza quello etico, vedi guerra delle Falkland. Lo sguardo confuso, debole e soprattutto ambiguo, sia di regia, che di sceneggiatura, affonda in un mare di ricordi sbiaditi, appiattisce e sbanda verso una mediocrità disarmante. Brava Meryl, il cui lavoro sulla vocalità meriterebbe una visione in lingua originale, ben fatto il trucco, ma non bastano a salvare un film noioso. La Streep e la Thatcher sono destinate alla storia, il film a un inesorabile oblio. VOTO 5
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