Margin Call - CULT



E’ notte, e siamo negli ultimi piani di un grattacielo di New York. Negli uffici deserti e asettici di una banca, un gruppo sparuto di analisti e speculatori valuta i numeri del mercato finanziario, e si accorgono di essere seduti su una nave che sta affondando. Il loro istituto bancario poggia su azioni virtuali che in pochi giorni non varranno più nulla. E’ necessario prendere delle decisioni veloci e pratiche, ma poco etiche…perché niente sarà come prima. Esordio nel lungometraggio del regista J.C. Chandor; da subito, noi cinefili, abbiamo capito che era uno da tenere d'occhio, per il suo stile classico e asciutto. Margin Call è un film a basso budget, che però può contare sulle solide interpretazioni di attori noti quali Kevin Spacey, Jeremy Irons, Demi Moore e Stanley Tucci. Lo script si sviluppa nell'arco di sole 24 ore, ed è stato giustamente candidato agli Oscar 2011. E’ una sceneggiatura lucida e ben scritta, con dialoghi colmi di tecnicismi eppur comprensibili e taglienti. Il copione può vantare, inoltre, un’ottima caratterizzazione dei personaggi, tanto determinati quanto fragili, le cui mille sfaccettature catturano e appassionano. Anche se ispirata alla devastante crisi di Wall Street del 2008, che poi ha interessato l’intera economia mondiale, la pellicola non tira in ballo fatti e nomi reali ma, ciò nonostante, disegna un ritratto dell’alta finanza, certo simbolico eppur magistrale e inesorabile. Uno sguardo spietato, tra crudeli compromessi e patinato cinismo, dal quale emergono tutte le contraddizioni di un capitalismo malato che si nutre di avidità. Un robusto thriller del 2011 da recuperare, e già di culto, la cui visione non può mancare. VOTO 7+

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