Non è un paese per vecchi - Recensione
Dopo un’incursione poco convincente nella commedia con prima ti sposo, poi ti rovino e Ladykillers, i fratelli Coen tornano con un film tratto dall’omonimo romanzo di Cormac Mccarthy, rispolverando i cardini della loro poetica-formale e il loro inconfondibile stile in cui alternano houmor nero, personaggi surreali, violenza e feroce ironia. La struttura narrativa del film ricorda quella di Fargo, ma anche il noir sanguinolento di Crocevia della morte, con la provincia americana scossa nel suo torpore da una serie d’efferati omicidi, causa scatenante l’umana avidità. la storia si trasforma ben presto in una caccia tra gatto e topo, in cui l’anti-eroe Llewelyn (un perfetto Josh Brolin) si ritrova braccato da un killer psicopatico dalla pettinatura a caschetto (un grande Javier Bardem) mentre lo stanco e confuso sceriffo (uno straordinario Tommy Lee Jones) con disincanto s’interroga su un mondo che cambia ed in cui non si riconosce più. Le interpretazioni di tutto il cast sono strepitose, e da sole valgono già il biglietto. Degna di nota anche la parte tecnica, la poderosa fotografia (Roger Deakins) da anima a location da cinemascope, e il montaggio (sempre i Coen) sposa a meraviglia i momenti di serrata azione e quelli più densi e profondi. La chiave di lettura dell’intera vicenda è rappresentata dallo sceriffo, che rappresenta un mondo ormai “antico” in cui civiltà, tradizioni e rispetto dei valori vengono soppiantati dalla follia e annegati nel sangue, in una lotta impari che lascia poche speranze. un incubo ad occhi aperti, mai consolatorio, che suscita amarezza e inquietudine. Plauso ai Coen, artefici di uno stile di regia più classico e spoglio dei virtuosismi che li hanno resi celebri, costruiscono una storia che inchioda lo spettatore alla poltrona con una pathos crescente. Tutto perfetto? Mah! Perché nell’ultima mezz’ora di film si verifica un improvviso cambio di registro che allenta la tensione e smorza i toni, perdendosi in dettagli e dialoghi a volte farraginosi: coraggioso ed anticonvenzionale finale o scivolone? una cosa è certa, siamo di fronte a due grandi autori. VOTO 7,5
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