Noi - Recensione

Geremia 11:11 Perciò, così parla l’Eterno: Ecco, io faccio venir su loro una calamità, alla quale non potranno sfuggire. Essi grideranno a me, ma io non li ascolterò.


Adelaide Wilson (bravissima Lupita Nyong’o) torna in California per una vacanza con la sua famiglia. Ben presto, però, alla donna torneranno alla memoria vecchi traumi che sfociano nella paranoia. Un titolo emblematico, che in originale è Us, con il doppio significato di ‘Noi’ e acronimo di ‘United States’. Allegorie, simbolismi, coscienza politica. Il cinema di genere ritorna ad essere potente specchio della società. Come in Get Out, anche in questo nuovo film di Jordan Peele, il protagonista è lo sguardo. Proprio un paio di occhi sgranati uniscono le due opere. In Noi la protagonista è però una “visione auto-riflessa”, in grado di proiettarsi nel presente, passato e futuro. Quando però l’ideale sé supera il reale sé a vincere è il narcisismo. Ecco che allora la riflessione diventa rifrazione, che per sua natura è deviazione. L’autore (si, ora v’è certezza), ancora una volta, scatta una foto all’America contemporanea, filtrandola attraverso il suo dilagante classismo che crea emarginazione e lunghe scie rosso sangue. E se il vero nemico fossero le nostre paure? Basterà nascondersi dietro a una maschera? Forse il male dimora in chi continua a fingere. VOTO 8

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