Blancanieves - Recensione

Tratto molto liberamente dalla nota favola dei fratelli Grimm, è una produzione spagnola del 2012, e un film muto e in bianco e nero diretto da Pablo Berger. Ambientato in Andalusia nella seconda decade del ‘900, racconta la storia di Carmen, figlia dell’ex torero Antonio Villalta, ora ridotto in sedia a rotelle e alla mercé della nuova moglie, la sadica Encarna. Carmen rischia di essere uccisa nel bosco dall’amante della matrigna, ma sarà salvata da sette nani toreri, che l’aiuteranno a realizzare i suoi sogni, fino all’arrivo di una mela avvelenata (of course)…
Se la splendida fotografia ricorda il cinema che fu, la regia mantiene un’estetica moderna, con movimenti veloci e inquadrature dinamiche, un diverso concept, quindi, rispetto al recente “The artist” (qui recensione). Tra una colonna sonora vivace e zeppa di flamenco, struggenti primi piani e vivaci provocazioni, lo spettatore avrà di che divertirsi. In patria ha conquistato pubblico e critica, vincendo ben 10 premi Goya (gli Oscar spagnoli). Un’opera grottesca, dark, ironica, ed eclettica, con sbalzi di tono dal comico al tragico, non sempre ben calibrati e che spesso lasciano perplessi, ma di sicuro effetto. Un film curioso, che vi sorprenderà, da scoprire perché già cult. VOTO 6,5

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