Persepolis - Recensione

Teheran, 1978. la bimba marjanne vive serena con dei genitori permissivi e una nonna saggia, indossa i jeans, adora bruce lee e ascolta la musica punk; ma a breve l’iran passerà dalla permissiva dittatura dello scià alla presa di potere dell’ayatollah khomeini che ben presto sfocia nel fondamentalismo religioso: la musica viene messa al bando, i jeans lasciano il posto al velo e la libertà alla persecuzione. come se non bastasse si entra in guerra con l’iraq, cominciano i bombardamenti, e nulla più sarà come prima…….. tratto dall’omonima e biografica graphic novel "cult" di marjanne satrapi, e diretto da lei insieme a vincent paronnaud, il film animato in 2d in un funzionale bianco e nero, è sia racconto storico che personale. strutturato a flashback, disegnato e girato con espressionismo naif e scritto con magico minimalismo, riesce a mantenere un perfetto equilibrio tra dramma e commedia, come quando la protagonista usa l’ironia come unica arma possibile per sopravvivere in tempi di oppressione, ma fa anche riflettere quando marjanne arriva in austria/occidente e scopre la libertà e l’amore, ma anche la solitudine e la mancata accettazione della sua diversità. un film utile e necessario che fa ridere ed emozionare, e sa essere didattico senza essere didascalico. da vedere per capire e accettare le differenze culturali di un mondo che ormai è paese. quando l’arte aiuta ad aprire gli occhi. VOTO 7+

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